#TRAILER#

“TOW” è l’acronimo con cui comincia la stragrande maggioranza dei titoli degli episodi di Friends. La sigla sta per “The One With”, “The One Where” o “The One When” (“Quello con”, “Quello in cui”, “Quello quando”) e ha scandito quasi tutte le puntate della serie, con qualche rarissima eccezione, come la prima puntata (“The Pilot One”) e l’ultima (“The Last One”). Così, dovendo scrivere di una ricetta cult come quella dei pancake, ho deciso di omaggiare con il titolo del post una delle migliori serie di sempre.

I pancake sono senza dubbio un ottimo modo di cominciare la giornata. La prima volta che li ho preparati ero con la mia ragazza, che, affogandoli nello sciroppo d’acero, ha commentato: “La migliore colazione di sempre”. Assolutamente sì, e non solo per noi.

Nell’immaginario televisivo i pancake sono sulla tavola di ogni famiglia o coppia perfetta o che ambisca a essere tale, magari fingendo di esserlo. Ma sono anche un modo per farsi perdonare qualche peccato o per insabbiarlo, affogandolo nello sciroppo d’acero, come prova a fare Walter White sr in Breaking Bad.

Beh, i pancake (che frequentemente nei dialoghi italiani vengono chiamati con un generico “frittelle”) fanno anche parte di piccole, piacevoli abitudini, che a volte il personaggio di turno rievoca con nostalgia. Capita, per esempio, in How I Met Your Mother, dove Marshall ricorda, con toni che alludono a un territorio diverso dal culinario, le frittelle che gli preparava Lily, in quel momento la sua ex ragazza: “Lily faceva sempre le frittelle. Dio come amavo le sue frittelle. Erano così morbide, così calde e poi… e poi con quella forma perfetta…”. E a quel punto Ted gli chiede: “Stai ancora parlando delle sue frittelle?”. Oppure in Due Uomini e ½ Alan si rifiuta di preparare i pancake perché in quel momento gli è proibito vedere suo figlio Jake. Ma non si può non citare l’epico episodio di New Girl in cui Jess incontra Prince (3×14 “Prince/A casa di Prince”), che si offre di farle da consulente sentimentale e la obbliga a mangiare i suoi pancake.

Insomma i pancake fanno parte di una serie di riti “pagani”, anche inconsapevoli, di cui nessuno, nemmeno i personaggi delle serie tv, riesce a fare a meno. E anche io rientro in questa categoria. Ho avuto e ho tutt’ora dei piccoli rituali legati ai pancake e al mondo dei dolci. Uno di questi riguarda un luogo che a Milano è da oltre vent’anni sinonimo di dolci americani, anzi di “dolci dell’America”. Sto parlando di California Bakery, dove nella mia vita da studente universitario, mi piaceva concedermi una fetta di torta alla fine di ogni esame superato (o non superato, come consolazione… non proprio magra) o una colazione a base di pancake (e cioccolato fuso), quando l’appello era di buon mattino.

Per questo ammetto che mi ha fatto un certo effetto, alcuni giorni fa, varcare la soglia del Cooking lab di piazza San Simpliciano, la scuola di cucina di California Bakery, per indossare il mio grembiule e preparare, seguendo i consigli e le istruzioni degli chef, i miei pancakes. Sì, va bene lo ammetto: mi piace vincere facile… oh, se mi piace!

Come in ogni serie tv che si rispetta, anche Baking Bread, oltre a una location d’eccezione, ha avuto la sua special guest star: il salmone affumicato norvegese. Perché non è detto che i pancake li si debba per forza affogare nello sciroppo d’acero. Non ci credete? Intanto prendete un padellino, un porzionatore di gelato e una marisa, poi date un’occhiata qui sotto.

#CAST#

Per la panna acida

  • 100 ml di panna fresca
  • 35 ml di aceto di mele (2 tbs + 1 tsp)

Per l’impasto

  • 150 g di farina 00
  • 30 g di zucchero (2 tbs)
  • 5 g di bicarbonato di sodio
  • Un pizzico di sale fino
  • 140 g di yogurt bianco intero
  • 40 g di burro fuso
  • 2 uova

Per cuocere in padella

  • Una noce di burro morbido

Special Guest Star

  • 80 g di salmone affumicato
  • 100 g di formaggio spalmabile tipo robiola
  • Frutta fresca per guarnire

#PLOT#

Per la panna acida

Unire la panna e l’aceto, mescolare con un cucchiaio e lasciar riposare per 15-20 minuti sino a che il composto non si raddensi.

Per l’impasto

In una ciotola unire farina, zucchero, bicarbonato e sale. In una seconda ciotola versare i liquidi secondo quest’ordine: panna acida, yogurt, uova. Mescolare delicatamente con un cucchiaio e, solo alla fine, unire il burro fuso, amalgamandolo agli altri ingredienti liquidi, fino a ottenere un composto omogeneo.

Aggiungere a pioggia le farine nei liquidi, mescolando con un cucchiaio solo lo stretto necessario affinché le polveri siano amalgamate al composto, che dovrà risultare grumoso. Altrimenti, con una manipolazione eccessiva dell’impasto, si svilupperebbe la maglia glutinica e i nostri pancake, che dovrebbero essere soffici, avrebbero una consistenza gommosa.

Ungete con il burro una padella antiaderente e mettetela sul fuoco a fiamma bassa. Aiutandovi con un porzionatore di gelato, versate una dose e mezza di impasto nella padella e cominciate a fare una forma al pancake. Rifinitene i contorni con una marisa. Fatelo dorare completamente da un lato. Capite quando è il momento di girarlo al il bordo del pancake diventa opaco e al centro si formano delle bolle. Per essere sicuri, controllate la doratura sollevando leggermente il pancake con la marisa. A quel punto giratelo con una paletta e dorate anche l’altro lato (non ci vorrà molto).

Degustazione

I pancake vanno serviti caldi, accompagnati da sciroppo d’acero, crema di cioccolato o marmellata e confettura di frutta, se li volete dolci.

In alternativa, affidatevi al binomio “cream cheese & salmone affumicato”, guarnendo il tutto con della frutta fresca. Vi assicuro che il risultato è strepitoso.